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Collezionare le incisioni Fiamminghe

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Messaggio Da Antonio Scioli Ven Giu 07, 2013 10:36 am

Salve a tutti, amici di questo bellissimo forum cheers cheers cheers cheers . Ben ritrovati!!!!!! Laughing
Con piacere inauguro questa sezione dedicata all'incisione fiamminga che, noi collezionisti conosciamo e amiamo. Cercherò, in essa, di mettere a vostra disposizione (e a disposizioni di quanti siano interessati a conoscerla e a collezionarla) tutto ciò che è nelle mie conoscenze sperando di trasmettervi mia stessa passione. Prima di addentrarmi in questo post, che può definirsi una catarsi è bene dire che: un santino nelle sue dimensioni di 9 x 8 cm racchiude la storia della propria terra, la storia di ognuno di noi, ma soprattutto può definirsi una fonte storiografica dalla quale iniziare il puzzle che, a pieno titolo, può ricomporsi nella storia personale di ognuno di noi. Questa grandezza del santino si irradia inevitabilmente in tutte le tipologie esistenti sulla faccia della terra principiando dalle prime forme apparse sul panorama europeo a quelle che ancora dovranno essere prodotte ed inventate.
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Detto ciò, personalmente ritengo che collezionare tutto sia impossibile, ma è altresì vero che collezionare una tipologia di santino anziché un’altra sia solo questione di “colpo di fulmine” . Vi scrive una persona che nella sua vita collezionistica ha collezionato di tutto ma, una volta conosciute le incisioni dei maestri fiamminghi del XVII e del XVIII secolo, è rimasto completamente impietrito. La bellezza dell’incisione fiamminga (nell’80% della sua produzione) è legata alla sua semplicità; ad un dinamismo che doveva reggere il passo con la propaganda fide dei padri gesuiti; ad un lavoro incisorio, minimalista ed essenziale, che doveva soddisfare il grande risveglio di fede che nel 600 inondò tutta l’Europa cristiana. La violenza dei colori con i quali sono grossolanamente dipinte vanno a tradurre l’esigenza di mascherare le imperfezioni dei bulini che correvano frettolosamente sul rame, gli stress che la lastra doveva sopportare per le tirature “industriali”. Questo caos apparente, andava poi ad armonizzarsi in un “fumetto” (passatemi il termine) che traduceva alla perfezione il pensiero del concilio di Nicea che dettava: Imagines sunt libri laicorum, invisibilia per visibilia.
Quanto detto, inevitabilmente, porta alla mente il lungo viaggio che le ha fatte giungere fino a noi e, in esso, non è difficile fantasticare. Avete mai provato a pensare : chi, prima di me ha tenuto in mano quel santino? Era una papa, una suora, una persona poi canonizzata o semplicemente, una persona che, nella sua infinita semplicità giornalmente si raccomandava al santo illustrato? Penso che ognuno di noi lo abbia fatto. Penso che ad ognuno di noi il santino abbia parlato e abbia comunicato qualcosa. Questo è per me l’incisione fiamminga al di là del freddo collezionismo, che non lo nego…. mi piace moltissimo!
Nella foto, un'incisione fiamminga raffigurante S. Francesco Saverio, dell'incisore anversano M. Bunel. Anversa XVIII sec.

Antonio Scioli

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