Santino e immaginetta... diminutivi che sminuiscono?
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Santino e immaginetta... diminutivi che sminuiscono?
Sono trascorsi almeno trent'anni da quando si è sviluppato il fenomeno del collezionismo delle immaginette religiose. Tuttavia, la maggior parte delle persone considera ancora questi piccoli rettangoli di carta espressione del folklore, un prodotto legato alle tradizioni popolari e, come succede in questi casi, assume un atteggiamento di "allegria" che sconfina il più delle volte nell'ironia. Intendiamoci, l'immaginetta è legata alla religiosità popolare, e dunque alla tradizione, ma nel suo significato più strettamente culturale.
Achille Bertarelli, editore che moltissimi di noi conoscono molto bene, fu un grande collezionista di stampe, fra cui anche santini e immaginette devozionali, nel 1936 scriveva che le stampe popolari, che apparentemente sembrano avere scarso valore, in realtà rivestono una grande importanza storica, in quanto "rappresentano le conoscenze che il popolo aveva della macchina del mondo, le superstizioni, l'immaginazione favolosa; rispecchiano l'esistenza del contadino e dell'operaio, le gioie, i dolori, le virtù e i vizi, il sentimento religioso...".
Le origini di questo atteggiamento sono molto più antiche di quanto si possa pensare. Lo stesso Francesco Novati, grande studioso di iconografia popolare sosteneva che c'è una grande differenza sotto l'aspetto estetico fra una stampa dei Remondini e una di Rembrandt, dando valore artistico esclusivamente alla seconda.
Penso che questa concezione dovrebbe essere rivista. Essa infatti si basa esclusivamente sul valore estetico, che è sicuramente molto importante ma non è fondamentale. Per due motivi. Il primo è che le immaginette religiose, come le altre stampe popolari, hanno una funzione che va oltre l'estetica e investe ambiti diversi, in primis l'aspetto devozionale. Inoltre, se è vero che le stampe dei Remondini erano molto mediocri sotto l'aspetto estetico e artistico, è altrettanto vero che vi sono alcune incisioni, firmate Wierix, Galle, de Jode, che non hanno nulla da invidiare a un Rembrandt.
Infine, c'è da fare un'altra considerazione. I termini "santino" e "immaginetta" riflettono la considerazione "ridotta" che hanno avuto, anche in tempi più lontani, rispetto alle opere d'arte: piccole di dimensioni e piccole di valore. Ecco, bisognerebbe capovolgere tale concezione. Come ho accennato, il valore delle immaginette religiose va oltre quello estetico. Ma per questo non dobbiamo (non possiamo) limitarci a raccoglierle e guardarle. Dobbiamo studiarle.
Achille Bertarelli, editore che moltissimi di noi conoscono molto bene, fu un grande collezionista di stampe, fra cui anche santini e immaginette devozionali, nel 1936 scriveva che le stampe popolari, che apparentemente sembrano avere scarso valore, in realtà rivestono una grande importanza storica, in quanto "rappresentano le conoscenze che il popolo aveva della macchina del mondo, le superstizioni, l'immaginazione favolosa; rispecchiano l'esistenza del contadino e dell'operaio, le gioie, i dolori, le virtù e i vizi, il sentimento religioso...".
Le origini di questo atteggiamento sono molto più antiche di quanto si possa pensare. Lo stesso Francesco Novati, grande studioso di iconografia popolare sosteneva che c'è una grande differenza sotto l'aspetto estetico fra una stampa dei Remondini e una di Rembrandt, dando valore artistico esclusivamente alla seconda.
Penso che questa concezione dovrebbe essere rivista. Essa infatti si basa esclusivamente sul valore estetico, che è sicuramente molto importante ma non è fondamentale. Per due motivi. Il primo è che le immaginette religiose, come le altre stampe popolari, hanno una funzione che va oltre l'estetica e investe ambiti diversi, in primis l'aspetto devozionale. Inoltre, se è vero che le stampe dei Remondini erano molto mediocri sotto l'aspetto estetico e artistico, è altrettanto vero che vi sono alcune incisioni, firmate Wierix, Galle, de Jode, che non hanno nulla da invidiare a un Rembrandt.
Infine, c'è da fare un'altra considerazione. I termini "santino" e "immaginetta" riflettono la considerazione "ridotta" che hanno avuto, anche in tempi più lontani, rispetto alle opere d'arte: piccole di dimensioni e piccole di valore. Ecco, bisognerebbe capovolgere tale concezione. Come ho accennato, il valore delle immaginette religiose va oltre quello estetico. Ma per questo non dobbiamo (non possiamo) limitarci a raccoglierle e guardarle. Dobbiamo studiarle.
Santino e immaginetta... diminutivi che sminuiscono? :: Commenti
Re: Santino e immaginetta... diminutivi che sminuiscono?
il santino prima era una devozione da portare in tasca da mettere in vetrina al capezzale del letto ecc ecc ,era per tutte le occasioni della vita rappresentato come un ricordo del momento cresima battesimo comunione morte ordinazioni feste padronali annuncio di una nascita ,e ogni occasione si affidava la vita a quel santo,oggi non piu 'oggi siamo indifferenti a tutto ,e collezionare santini ,significa salvaguardare il nostro passato la nostra fede ,lasciare ai posteri una ricchezza d'immagini che col tempo scompariranno da tutte le case ,con o senza valore artistico ,l'essenziale che rappresentano il nostro SIGNORE O MADONNA E' SANTI COME NOI VISSUTI
Sicuramente l'immaginetta,ancor oggi,è legata alla devozione personale a questo o quel santo,così come ripete il detto"ogni santo ha i suoi devoti". E' evidente che ognuno conserva una immaginetta del santo per chiedere aiuto all'occorrenza ma a poco a poco,vanno scomparendo le tradizioni delle nonne,come quella di mettere una immaginetta della Madonna sotto il cuscino del neonato o cucire una medaglietta nella camicina come atto di affidamento,quindi protezione.Divenendo la società sempre meno religiosa,con il collezionismo ritornano tra le mani i santini,dove l'occhio sempre più attento ed esperto sa cogliere ogni minima sfumatura ed anche a prima vista si ricorda se possiede o no quel tal santino.Così come esistono riproduzioni di famose opere d'arte,sistemandole nell'album si memorizza se appartiene a Raffaello o al Murillo;purtroppo adesso i tempi vanno così,anche se potevano coesistere devozione e collezione,con lo stesso amore di sempre.
Io vorrei invece fare una differenza tra i santini di ieri e quelli di oggi. I santini di oggi riproducono solamente la figura del santo mentre nei santini antichi, dalle incisioni alle produzioni del XIX secolo i santini erano vere e proprie pagine della bibbia, ricche di simboli e frasi che raccontano la vita del santo o ne predicano le virtù e le testimonianze.
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