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Perché Dio non distrugge subito i cattivi?

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Perché Dio non distrugge subito i cattivi? Empty Perché Dio non distrugge subito i cattivi?

Messaggio Da Biagio Gamba Dom Ott 13, 2013 3:16 pm

C'è un elemento, più di ogni altro, che distingue l'immaginetta religiosa da una qualsiasi altra opera d'arte che rappresenti un soggetto sacro. Questo elemento si chiama devozione. Se osserviamo attentamente i soggetti raffigurati sui nostri santini, riusciamo a percepire dalla loro postura, dall' espressione dei volti, dalla scena raffigurata, che quell'immagine serve ad avvicinare il santo al suo devoto, il quale da parte sua vive questo contatto in maniera molto intima. Il devoto porta con sé il santo prediletto, perché lo protegga ovunque egli si trovi: su di una nave che attraversa l'Oceano per raggiungere un nuovo mondo dove far fortuna; o in miniera mentre scava un tunnel che potrebbe rivelarsi fatale; o ancora in guerra, sul fronte, perché riceva protezione e possa tornare a casa, dai suoi cari, sano e salvo. Insomma, in qualsiasi situazione o luogo egli si trovi, ha la possibilità non solo di rivolgersi al suo protettore, ma di toccarlo come se fosse di carne e ossa. A questo proposito, si racconta di quel soldato che - ignaro che la madre gli avesse messo un santino nella tasca interna della giacca -  fu salvato dalla morte grazie al fatto che il proiettile che l'aveva colpito si fosse fermato sul santino che portava in petto. Di racconti di questo tipo ve ne sono tanti, in ogni tempo e luogo.
Sempre a proposito di guerra (ancora purtroppo molto attuale), e di santini (meno attuali della guerra), osservate questo santino manoscritto sul verso
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]
L'autore ha disegnato una scena di guerra. Il testo - non so se sia una riflessione personale o riportata da qualche libro - a un certo punto dice:  "Dio non distrugge subito il cattivo, come potrebbe fare, ma attende all'ora della mietitura, cioè la morte e il giudizio per fare l'eterna selezione". A me piace pensare che fosse un pensiero proprio dell'autore,  che egli l'avesse scritto in un momento di difficoltà, forse di pericolo, e che si fosse posta la domanda e trovata anche la risposta. La devozione vuol dire anche questo.
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