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Presentato a Camigliatello, in anteprima nazionale, il libro di Biagio Gamba sui Memento Mori

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Presentato a Camigliatello, in anteprima nazionale,  il libro di Biagio Gamba sui Memento Mori Empty Presentato a Camigliatello, in anteprima nazionale, il libro di Biagio Gamba sui Memento Mori

Messaggio Da Carmen Stillitano Ven Ago 30, 2013 8:26 am

Nell’incantevole cornice montana di Camigliatello, nota località turistica della Sila cosentina, nell’ambito della nutrita “Settimana della Cultura Calabrese” ormai giunta alla IV edizione, organizzata dall’instancabile editore Demetrio Guzzardi, rettore dell'Universitas Vivariensis, si è svolta nei giorni scorsi, alla presenza di un pubblico selezionato e attento, la presentazione del libro: “Memento Mori - La concezione della morte nell’iconografia di piccolo formato”, editoriale progetto 2000, che porta l’illustre firma di Biagio Gamba, uno dei massimi esponenti nel settore della filiconia.
E’ stata inaugurata anche la relativa mostra degli oltre ottanta pezzi di varia fattura ed epoca, tratti dalla sua collezione privata.
Presentato a Camigliatello, in anteprima nazionale,  il libro di Biagio Gamba sui Memento Mori Copert10

Il cuore della mostra batte nelle stupende immagini dei pannelli, che offrono al visitatore suggestioni e stimoli, suscitando domande e accendendo curiosità.  Corredate da specifiche note didascaliche, esse presentano un’ampia visione della raffigurazione della morte nei santini, nelle immaginette devozionali e nelle incisioni prodotti fra i secoli XVI e gli inizi del XX.
Tra ordito e trama, tra fede e storia, tra sacro e profano, si tessono le slide che si susseguono e che riproducono parte delle immagini che possono essere ammirate “dal vivo” nella mostra che resterà aperta al pubblico fino al 1 settembre 2013 nella “Casa del forestiero” a Camigliatello, per poi divenire itinerante.
L’autore nel presentare la sua opera si è mosso abilmente ma con passo felpato introducendosi e invitandoci a fare altrettanto, nel tunnel della luce... dissipando le ombre della paura e dell’ignoranza, tra un simbolismo funereo e una colorita allegoria, un attributo e un emblema… riconducibili al particolare tema trattato che ha fatto da sfondo nero e nello stesso tempo traslucido alle sue qualificate disquisizioni argomentative.
Non si è trattato di svelare un mistero perché la morte è e resterà tale, piuttosto di comunicarne, rendendole manifeste, le sue “cifre” che, anche attraverso il simbolo non sono mai completamente e finitamente spiegate ma che, per essere interpretate hanno  bisogno di continue esecuzioni come una partitura musicale.
Anche se la partitura musicale di Gamba è potuta risuonare in qualche nota come una melodia già ascoltata, già vissuta indirettamente, già conosciuta come può essere ed è il tema della morte, c’èrano nelle sue parole - granelli di un sapere dettato da un’infinita passione - i granelli/fonemi della stessa sabbia della clessidra, simbolo dell’incessante silenzioso/rumoroso passare del tempo.
Egli ha sottolineato che pur nel compimento del suo flusso inesorabile che nel ciclo umano corrisponde appunto alla morte, Il movimento della sabbia contenuta nella clessidra è un movimento verso il basso e può ben simboleggiare il ritorno dell’uomo alla terra, alle origini.  Vuoto e pieno, rigirando continuamente la clessidra… si avvicendano passando dal celeste al terreno, e viceversa dal terreno al celeste, in un’alternanza mistica o alchimistica.
Un cuore alato che tende a Dio, una barca che ondeggia fra i flutti di un mare in tempesta, un teschio, uno scheletro che danza macabramente, e altre immagini che sintetizzano locuzioni idiomatiche come avere un piede nella fossa (essere ad un passo dalla morte) significative nella loro “quasi” ilare visività, si sono impresse nell’alveare della memoria a suggello  di un tema caro all’iconografia medievale ma che da sempre è stato ed è oggetto/soggetto di rappresentazioni  artistiche, iconografiche,  filosofiche, letterarie e più specificamente escatologiche.
Un argomento forse temuto da molti, scongiurato dai più, ma qualcosa che, come affermava un filosofo tedesco, non è soltanto il momento ultimo della vita ma l'elemento costitutivo della vita stessa: l'uomo si trova ad essere "gettato nel mondo" con un destino finale già segnato di cui egli è angosciosamente consapevole.
Ed è da quest’angoscia, da questa spettrale paura che - come ha affermato Gamba - nasce l’inquietudine dell’uomo che s’interroga sul suo destino, ed è da questa inquietudine che agita gli animi che nascono i pregiudizi sulla morte.
L’autore non solo ha preferito parlarne, ha fatto di più. Forse per esorcizzare l’umana paura,  I suoi “memento mori” li ha studiati, denudati ,  decifrati e ne ha fatto un  libro, segno della sua passione verso l’argomento e che ora, tutti coloro che ne condividono gli intenti, potranno  leggere e visionare con gli occhi del cuore, occhi senza pupilla, senza quell’orifizio circolare  e nero,  situato al centro dell’iride attraverso cui penetra o dovrebbe penetrare la luce (della conoscenza),  ma che inspiegabilmente vedono oltre le forme e percepiscono oltre ogni distanza.
Siamo viaggiatori nel cosmo, forse soltanto la fede è in grado di dare risposte alle ansietà e ai dubbi che attanagliano la nostra vita nella quale in primis troviamo il martellante pensiero di dove andremo dopo aver compiuto il nostro cammino terreno.
L’espressione simbolica di cui sono pregne le immagini dei memento mori sembra traduca lo sforzo dell’uomo di decifrare e dominare un destino che gli sfugge attraverso un’oscurità che sembra circondarlo e inghiottirlo.
Fare luce è come aprire una porta sull’infinito, rendere visibile l’invisibile attraverso una scientificità plausibile ma tutta ancora da dimostrare, perché il simbolo anche se supera i limiti della pura ragione non cade mai nell’assurdo. Ed è questo che ha tentato di fare Gamba - fare luce- pur restando ancorato alle (sue) ombre, alla cruda realtà del vivere quotidiano.

Carmen Stillitano

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Messaggio Da Bruno La Marra Ven Ago 30, 2013 11:30 am

i granelli/fonemi della stessa sabbia della clessidra, simbolo dell’incessante silenzioso/rumoroso passare del tempo.....

complimenti per quanto hai scritto, Carmen...peccato che la clessidra della vita fa scendere i granelli di sabbia solo ed inesorabilmente verso il basso e non si possono rimescolare....

Bruno La Marra

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